DOMENICA 18 Novembre 2012 ore 19.00
TITINO CARRARA
con STRADA CARRARA
di Laura Curino
regia di Laura Curino
musiche di Roberto Marasco
Il “viaggio” intrapreso con “ Zanichelli… dizionario del teatro viaggiante” arriva alla sua meta e diventa spettacolo in una partitura per attore solista. Titino Carrara ci fa entrare nella sua infanzia di girovago, nella memoria di una delle ultime famiglie d’arte ancora attive del nostro paese: I Carrara.
Il racconto di un’esistenza nomade e zingara, lontana dagli schemi borghesi ai quali la nostra società ha teso dal dopoguerra ai giorni nostri.
Un soggetto che affronta il tema della diversità, rivelando un tessuto sociale, appartenuto alla storia italiana, fatto di carovane e teatri mobili, espedienti e repertori teatrali sconfinati, recitati a volte all’impronta e misurati sull’esigenza e il gusto estemporaneo della piazza. Gusto dal quale è dipesa la reale sopravvivenza di una famiglia, che ha fondato nell’arte l’unica possibilità di sostentamento.
Un mondo che oggi pare lontano e che sembra assimilabile all’odierna condizione delle famiglie circensi o ai giostrai girovaghi, ma la cui peculiarità “nobile” fece coniare a Benito Mussolini la definizione di “Zingari di lusso”. Perché di questo si è trattato, in fondo: di una continua lotta per l’affermazione di un’identità artistica e nobiliare, in un paese in trasformazione in bilico tra poesia e zingarismo alla ricerca di valori materiali e non incline a volersi riconoscere in realtà alternative.
“La strada che scivola sotto la porta di casa” è una visione che si dipana dall’ampio tessuto di ricordi e aneddoti di un bambino nato attore, le gambe a penzoloni dalla porta carrozzone che è la sua casa mobile che percorre, in parallelo, la strada e la storia d’Italia. Eventi cronologicamente corrispondenti a quelli della famiglia, che rivelano un’aderenza tra la magia di un’esistenza atipica (quasi epica) e un passato prossimo della nostra società.
Ma è anche una rivisitazione in chiave ironica del rapporto tra inganno scenico e quotidianità, nelle percezioni di un bambino in bilico tra realtà e finzione, tra platea e palcoscenico a confronto con la realtà dell’unico amico non girovago che abbia avuto: Zanichelli.